La cerimonia dei Golden Globes 2020 – condotta da Ricky Gervais; dal Beverly Hilton Hotel, di Beverly Hills – si è conclusa con esiti, piuttosto, inattesi. Le previsioni iniziali, che mettevano Netflix in pole position – con 4 titoli candidati al Miglior Film (su 10 spot) e 17 nomination totali – sono state, completamente, ribaltate e lo studio – che, nella scorsa Awards Season, aveva “Roma”, di Alfonso Cuarón, come fiore all’occhiello del proprio cartellone – ha concluso la partita relativa ai premi cinematografi con una sola statuetta; vinta da Laura Dern, scelta come Miglior Attrice Non Protagonista in “Storia di un Matrimonio” (MetaScore: 93) – altrettanto snobbato, per altro.
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GOLDEN GLOBES 2020: “Storia di un Matrimonio” guida le Nomination della 77° Edizione

L’Awards Season 2020 è entrata nel vivo, con l’annuncio delle candidature dei 77° Golden Globes; nell’anno della consacrazione decisiva di Netflix e delle proprie opere cinematografiche. Per la prima volta nella storia dei premi della Hollywood Foreign Press Association – solitamente, precursori delle tendenze caratterizzanti che ritroviamo, spesso e in parte, agli Oscar – 4 titoli su 10, tra i nominati a Miglior Film – Dramma e Commedia o Musical, sono stati distribuiti negli USA e in gran parte del mondo dal colosso di produzione cine-televisiva – nato come piattaforma streaming e, poi, trasformarsi, a tutt’oggi, in una delle suddette realtà di maggiore successo; anche in termini di qualità.
GOLDEN GLOBES 2019: “BOHEMIAN RHAPSODY” e “GREEN BOOK” vincono la 76. Edizione
“Il potere del cinema e dei film è quello di avvicinare le persone. Freddie Mercury e i Queen hanno fatto lo stesso con la loro musica. Ciò che volevo era portare sullo schermo quella stessa magia.”
Graham King, “BOHEMIAN RHAPSODY” – MIGLIOR FILM – DRAMMA
La cerimonia dei Golden Globes 2019 si è svolta domenica a Beverly Hills, in California, con la conduzione di Andy Samberg e Sandra Oh – in doppia veste di host e premiata, per la serie “Killing Eve” – e, in termini di vincitori, è stata tra le più sorprendenti del nuovo millennio.
“Mio figlio si sente rappresentato dal film a cui ho preso parte. Tutto ciò che produrrò nei prossimi due anni sarà al 50% fatto da donne. Voglio sfidare chiunque si trovi in una posizione di potere.“
Regina King, “SE LA STRADA POTESSE PARLARE” – MIGLIOR ATTRICE NON PROTAGONISTA
Anche in questa 76. Edizione, le prestigiose statuette sono state, ovviamente, assegnate dalla Hollywood Foreign Press Association – l’organizzazione di giornalisti che rappresentano l’industria cinematografica statunitense all’estero – ma le scelte compiute sono sembrate a dir poco contraddittorie; in quanto hanno incontrato più il gusto del pubblico che quello della critica.